Ljuba Bergamelli,
ideazione e voce
Simone Magnani,
danzatore
> UNA VOCE, Performance di Ljuba Bergamelli e Simone Magnani sul canale Vimeo dell’IIC Melbourne: cliccare qui
Programma
John Cage (1912-1992)
Solo for Voice I
Georges Aperghis (1945)
Pub 2
Alessandro Solbiati (1956)
To whom?
Pasquale Corrado (1979)
Com a tua Voz
Luciano Berio (1925-2003)
Sequenza III
Cathy Berberian (1925-1983)
Stripsody
Vittorio Montalti (1984)
Remix e Electronic Interludes
Durata concerto: 60’
” … la vibrazione di una gola di carne. Una voce significa questo: c’è una persona viva, gola, torace, sentimenti, che spinge nell’aria questa voce diversa da tutte le altre voci. Una voce mette in gioco l’ugola, la saliva, l’infanzia, la patina della vita vissuta, le intenzioni della mente, il piacere di dare una propria forma alle onde sonore.”
Italo Calvino, Un re in ascolto
La tradizione filosofica occidentale ha sempre relegato il ruolo della voce a tramite del pensiero, a mezzo per dare vita alla parola. In realtà, questo strumento di comunicazione ed espressione – ponte tra suono e senso/non-senso- di cui siamo dotati fin da quando veniamo al mondo, può essere pensato e vissuto, in quanto mistero e unicità, in una prospettiva differente: quella del corpo che siamo e non del corpo che abbiamo.
Nel corso del Novecento, l’atteggiamento verso il “problema voce” è cambiato perché è mutata l’attenzione per il corpo nella sua totalità, e la questione della voce è appunto una questione del corpo. La voce è corpo ed esso è il suo strumento vivo: è l’unico strumento musicale ad avere a disposizione una materia vivente che è allo stesso tempo strumento e strumentista.
Il gesto vocale permette di tradurre la corporeità in vibrazione, è quindi il corpo che viene fuori dalla voce. Il cuore della voce sta, infatti, in quella che Roland Barthes chiama la sua grana ovvero “il modo in cui la voce sta nel corpo o in cui il corpo sta nella voce”.
L’atto vocale svela la sua natura di esperienza di un corpo vivente e polimorfo che diviene proiezione di sé nello spazio e ponte verso l’Altro. Proprio per la complessità dei legami che la voce intreccia e rappresenta nella relazione con il corpo e la psiche è necessario un approccio che veda la persona nella sua soggettività e complessità. Attraverso una vocalità allargata, che non pone confini di sorta avviene la scoperta di come la nostra voce ci appartenga e ci rappresenti, di come la voce non sia uno strumento che esiste a priori ma che esiste insieme a noi: la manifestazione di uno stato d’essere.
L’intento del nostro lavoro insieme è proprio quello di indagare il gesto (vocale e corporeo) nutrendosi l’uno delle peculiarità dell’altro per dare voce al corpo e dare corpo alla voce, in un percorso che passa dall’improvvisazione all’esecuzione di brani del repertorio contemporaneo che si aprono alla molteplicità timbrica e ontologica del corpo-voce.
Ljuba Bergamelli, soprano e performer. Si dedica con passione all’arte del Novecento e Contemporanea- con particolare interesse verso il teatro musicale, la performance art e il teatrodanza- collaborando con artisti come Bruno Canino, Giovanni Sollima, Muta Imago, Divertimento Ensemble, Voxnova Italia, dédaloensemble, I Violoncellisti della Scala, ed esibendosi in prestigiosi Festival come La Biennale di Venezia, MilanoMusica, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, RomaEuropaFestival, RavennaFestival, Festival Aperto di Reggio Emilia, I Concerti dell’Auditorio RSI a Lugano, Nuova Consonanza, Teatro Stabile di Verona, Gamo di Firenze, Festival OrienteOccidente di Rovereto.
E’ stata diretta tra gli altri da Fabio Maestri, Sandro Gorli, Marco Angius, Vladimir Ashkenazy, Yoichi Sugiyama. Ha inciso per Stradivarius, Ema Vinci, ha registrato per la RaiRadioTelevisione italiana e per la trasmissione televisiva Passepartout di Philippe Daverio ha registrato, con Bruno Canino e Antonio Ballista, uno spettacolo dedicato a John Cage. Ha cantato numerosi brani in prima esecuzione assoluta di Vittorio Montalti, Pasquale Corrado, Luca Antignani, Federico Gardella, Daniele Ghisi, Michele Sanna, Marco Quagliarini, Gene Coleman, Paolo Aralla, Luca Guidarini. Nell’ambito del teatro musicale, ha debuttato nel 2013 alla Biennale di Venezia nell’opera di Vittorio Montalti “L’arte e la maniera di affrontare il proprio capo per chiedergli un aumento”.
Come cantante e performer ha realizzato numerosi spettacoli tra cui La Sagra della Primavera per il Festival MiTo, Ivresses per il Conservatorio di Milano, Scenario per il Mart di Rovereto con la regia di Luca Veggetti.
Dal 2012 collabora in duo con il danzatore e coreografo Simone Magnani, con cui ha realizzato lo spettacolo Una Voce. Canta stabilmente in trio con il padre Attilio al pianoforte e il fratello Andrea al violoncello.
Ha studiato canto lirico e musica vocale da camera con i M° Daniela Uccello e Luisa Castellani ; si è perfezionata con i M° Fernando Cordeiro Opa e Marinella Pennicchi. Nel 2012, con la tesi Una Voce – fisicità e molteplicità del gesto vocale nel repertorio contemporaneo ha conseguito la laurea ad indirizzo Novecento e Contemporaneo con lode e menzione speciale al Conservatorio G.Verdi di Milano.
Ha tenuto una conferenza dal titolo La voce nel corpo e il corpo della voce per il Festival di Musica e Filosofia A Due Voci e per il Festival musicafoscari 2018. Nell’ambito del progetto Biennale College Musica alla 57. Biennale di Venezia è stata invitata a tenere una masterclass sulla vocalità contemporanea.
Un suo articolo dal titolo Il Teatro della Voce è stato pubblicato nella rivista I Quaderni del Conservatorio edito da ETS.
Simone Magnani, danzatore e coreografo. Laureato cum laude presso l’Università di Genova con una tesi sulla pedagogia e l’apprendimento esperienziale nella danza contemporanea. Si occupa di danza dal 1992. La sua esperienza di danzatore nasce e si sviluppa nell’ambito del teatro danza per poi allontanarsi ed approdare verso il lavoro di improvvisazione e di composizione più astratto di matrice americana. Come danzatore lavora con importanti compagnie italiane (Sosta Palmizi, Vera Stasi, Arbalete, Company blu) e straniere (Compagnie Tandem – Michelle Noiret, Dervisci Mevlevi Ensemble). Nel 2000 inizia il suo percorso come coreografo.
Negli anni dà vita a varie formazioni, tra cui la Compagnia Lische. Come autore collabora con varie compagnie e ensemble musicali (Schuko, Arearea, Lucylab evoluzioni, Max Barachini, Compagnia dei Transiti, Dradanza, Norsk Barokorkester, Ensemble Stellario) incontrando i favori di critica e pubblico.
Il suo lavoro nasce e si sviluppa nell’ambito della danza contemporanea, raccogliendo eredità diverse, dal teatro danza alla danza d’improvvisazione di provenienza americana, cercando una sintesi tra queste due modalità così diverse. Il suo lavoro di ricerca sul movimento è focalizzato sull’individuazione degli elementi che lo rendono vitale e organico. Nelle sue coreografie ha esplorato tanto la fisicità più cruda e dirompente quanto la delicatezza, e l’estrema leggerezza.
I suoi lavori sono stati presentati in importanti festival e rassegne tra cui Cango Firenze- Fabbrica Europa Firenze – Danceproject Trieste Ammutinamenti Ravenna Corpi Urbani Genova, Civitanova danza[1]Aerowaves London -Youngblood Leeds- BMA Bratislava. Tieni corsi e laboratori di contact, improvvisazione e tecnica di danza contemporanea.
Ha insegnato in diverse accademie e percorsi per lo studio professionale della danza (M.A.S. TILT, Civica scuola di musica di Desio). Collabora da 9 anni con il Conservatorio di Musica Giuseppe Verdi di Milano come docente di espressione corporea e coreografo. Attualmente collabora come insegnante di contact improvisation con il progetto Danza in scena diretto da Alessandra Costa presso Arcobaleno Danza.
Da ottobre 2013, ha dato vita, a Macao, al laboratorio mensile permanente Terra di nessuno, uno spazio aperto per esplorare la possibilità espressiva del corpo tra movimento, pensiero e parola.