L’uccello dalle piume di cristallo
Dir. Dario Argento Italia, Germania dell’Ovest
Nel teso esordio di Dario Argento, un americano espatriato a Roma si trova invischiato nella ragnatela di un serial killer.
Sam Dalmas è uno scrittore in difficoltà che vive all’estero con la fidanzata Julia (Suzy Kendall, To Sir, With Love); sbarca il lunario scrivendo manuali sulla conservazione di uccelli rari. Una sera, passando davanti a una galleria d’arte, assiste a una brutale aggressione commessa da una figura con un cappotto nero lucido che brandisce un coltello. Ossessionato da ciò che ha visto, decide di aiutare i detective della polizia nella loro caccia al colpevole, che ha già ucciso altre tre vittime. Ben presto, Sam viene risucchiato in un mondo stravagante che coinvolge un artista mangiatore di gatti e un pappone nevrotico, e diventa il bersaglio numero uno dell’assassino.
Uscito nel 1970, L’uccello dalle piume di cristallo è stato un modello precoce per il cinema giallo e avrebbe visto Argento soprannominato l'”Hitchcock italiano”. Molti dei brividi del sottogenere sono qui: una colonna sonora sconcertante ma elegante (composta da Ennio Morricone, soggetto del film Ennio del MIFF 2022), un umorismo nero come la pece, un’abbondanza di colori abbaglianti e una scenografia spoglia ed elegante. Il film sarebbe stato anche il primo capitolo della trilogia “Animal” di Argento, con una serie di testimoni implicati, assassini minacciosi, scambi di identità e suspense da brivido.
“Il primo film di Argento, sorprendente se si considera la sua autorità e il suo smalto… pone le basi per la prima ondata della filmografia del regista”. – Slant
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