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Play-Back#3 When the Rain Stops Falling

PLAY-BACK 2021

Teatro contemporaneo italiano / Contemporary Italian Theatre

Istituto Italiano di Cultura di Melbourne / Italian Cultural Institute Melbourne

Cura di / Curated by Elvira Frosini e Daniele Timpano

 

When the Rain Stops Falling

di Andrew Bovell

da un progetto di lacasadargilla

regia Lisa Ferlazzo Natoli

traduzione Margherita Mauro

con

Marco Cavalcoli, Caterina Carpio, Lorenzo Frediani, Tania Garribba, Fortunato Leccese, Anna Mallamaci, Emiliano Masala, Camilla Semino Favro, Francesco Villano

scene Carlo Sala

costumi Gianluca Falaschi

disegno luci Luigi Biondi

disegno del suono Alessandro Ferroni

disegno video Maddalena Parise

produzione

Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro di Roma-Teatro Nazionale,

Fondazione Teatro Due

con il sostegno dell’Ambasciata Australiana e Qantas

Spettacolo vincitore di tre premi UBU – miglior regia, costumi e testo straniero –

e del premio Associazione Nazionale dei Critici di Teatro per miglior regia

014 wWhen the Rain Stops Falling

Guarda il video 

 

Note

Non avere niente da dire è semplicemente un altro modo

di avere così tanto da dire che non si osa nemmeno cominciare.”

Sta piovendo. Gabriel York aspetta l’arrivo del figlio che non vede da quando questo aveva sette anni: “So cosa vuole. Vuole quello che tutti i giovani vogliono dai loro padri. Vuole sapere chi è. Da dove viene. E per quanto ci provi non so cosa dirgli.” È questo l’inizio di una saga familiare, un viaggio ‘genealogico’ nella memoria, le eredità e l’abbandono, che ci porta – avanti e indietro nel tempo, dal 1959 fino al 2039 – alle soglie di un pesce caduto dal cielo in un diluvio torrenziale che ha il sapore eccentrico e favoloso della pioggia di rane in Magnolia di Paul Thomas Anderson.

When the Rain Stops Falling racconta del tempo come sapere e dimenticanza, sapore e leit motiv involontario. Grazie alla sua formidabile architettura drammaturgica il testo investiga la mortalità e la famiglia, la memoria e le eredità, mostrando come i segreti, le verità taciute, le omissioni, non cancellano ciò di cui non si parla, che invece resiste come un lascito tramandato di generazione in generazione, una forma di inevitabile predestinazione, un ‘guasto’ di famiglia o un ‘dono’ inaspettato. E racconta, magicamente, che il tempo inteso come meteorologia influenza le nostre vite e di fatto cambia la Storia. Per spingere lo sguardo fino a un futuro vicino, alla vigilia di una piccola apocalisse climatica, di cui la pioggia perpetua è la prima conseguenza.

Disegnato con il meccanismo quasi perfetto di una bomba a orologeria, When the Rain Stops Falling ha una natura ibrida, stratificata e mobile, che passa da falsi duetti a monologhi che rivelano la propria natura di un dialogo serrato con il passato. Alla regia e agli interpreti, chiede immediatamente di farsi fuori, o meglio lasciarsi ‘fare’ dalle scene, dalla partitura, dalla curva delle relazioni e dalle singole parole. E grazie a questo lasciar emergere incidenti, associazioni e distrazioni; quelle che potremmo chiamare ‘interferenze’: echi di frasi già dette da chi ci ha preceduto, la presenza del proprio passato o del futuro mentre stiamo letteralmente vivendo.

Un tavolo-mondo e nove sedie, pochi oggetti, piatti, qualche ombrello, una valigia, e un grande pesce caduto dal cielo. E dietro, la superficie d’intonaco della parete, antica e allo stesso tempo ancora fresca. E su questo ‘muro’, che getta in avanti la scena come in una visione ravvicinata, la proiezione dell’albero genealogico – come uno scheletro luminescente – ci ricorda che il punto centrale del discorso non è tanto scoprire la ‘vera storia’ di una famiglia, ma è la famiglia stessa. E in questa compressione, all’orlo del proscenio, un parco, un cimitero, una spiaggia dal manto stellato, disegnati dai toni caldi e freddi delle luci, dal colore delle immagini e dalla profondità dei paesaggi sonori, per aprire lo spazio all’irruzione di quel fuori campo che il cinema ha saputo così sapientemente portare in scena.

Una partitura complessa, sonora e visiva, che accompagna i personaggi – e lo spettatore – dentro e fuori dal tempo, all’interno di ogni sua piega.

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lacasadargilla riunisce intorno a Lisa Ferlazzo Natoli – autrice e regista –, Alessandro Ferroni, disegnatore del suono e documentarista, Alice Palazzi – attrice e coordinatrice dei progetti – e Maddalena Parise – ricercatrice e artista visiva –, un gruppo mobile di attori, musicisti, drammaturghi, cineasti, artisti visivi e organizzatori. Ensemble allargato che lavora assieme su spettacoli, istallazioni, concerti, rassegne e attività di formazione. È prodotta da istituzioni nazionali e internazionali.

Tra le scritture originali si citano La casa d’argilla (2006), cinque donne intorno a un tavolo per un lutto che si trasforma in veglia magica; Il Libro delle Domande (2007), la follia e il corpo esposto sulla gogna del teatrino ospedaliero della Salpetrière; Foto di gruppo in un interno (2009), una famiglia di Trieste negli anni ‘30, ebraismo, connivenza con il fascismo e oscuri giochi di famiglia all’ora del tè.

Fra i lavori da testi teatrali e romanzi: Ascesa e rovina della città di Mahagonny da Brecht (2008-09); Jakob von Gunten da Walser (2011-12); Katzelmacher (2009) da Fassbinder; Lear di Edward Bond (2015-17).

Fra i progetti speciali: Art you lost? 1000 persone per un’opera d’arte (2012-14), un’inedita istallazione-performance realizzata con Muta Imago, Santasangre e Matteo Angius intorno al tema della perdita; IF/Invasioni (dal) Futuro (Estate Romana 2014-16; 2017-19; 2020-2022), una singolare rassegna di storie, immagini e suoni della fantascienza.

Nel 2017 debutta il progetto teatrale-multimediale Les Adieux! Parole salvate dalle fiamme (Romaeuropa Festival 2017). Nel giugno 2018, lo spettacolo Game di Brad Birch (Harold Pinter Price), prima mondiale presso il Ta’Qali Stadium, Malta (produzione Teatru Malta-Unifaun Theatre).

Nel 2019 debutta When the Rain Stops Falling di Andrew Bovell. Un viaggio ‘genealogico’ nella memoria, le eredità e l’abbandono, che ci porta alle soglie di un diluvio torrenziale. Spettacolo vincitore di tre premi UBU – miglior regia, migliori costumi, miglior testo straniero – e del premio Associazione Nazionale dei Critici di Teatro per miglior regia.

Sempre nel 2019 va in onda per Radio3 Rai il radiodramma Distant Lights from Dark Places di Andrew Bovell. Nel 2020 lacasadargilla, fra gli altri progetti, ha curato con Industria Indipendente il programma radiofonico Gruppo 2020 e ha realizzato per l’anniversario della strage di Ustica il film d’arte Ustica Quaranta.

  • Organizzato da: IIC Melbourne
  • In collaborazione con: lacasadargilla (Roma)