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Play-Back#7 L’anarchico non è fotogenico

PLAY-BACK 2021

Teatro contemporaneo italiano / Contemporary Italian Theatre

Istituto Italiano di Cultura di Melbourne / Italian Cultural Institute Melbourne

Cura di / Curated by Elvira Frosini e Daniele Timpano

 

L’ANARCHICO NON Ѐ FOTOGENICO 

1° capitolo di Tutto è bene quel che finisce_ tre capitoli per una buona morte

di e con Roberto Scappin e Paola Vannoni

produzione quotidianacom

con il sostegno di Provincia di Rimini, Regione Emilia Romagna

in collaborazione con La Corte Ospitale/progetto residenziale, Armunia/Festival Inequilibrio

 

Il progetto si sviluppa in 3 capitoli, racchiusi nella Trilogia “Tutto è bene quel che finisce”.
Il principio di buona morte, legato al concetto di fine o accelerazione di una fine certa, si intreccia con l’interesse a confrontarci sulle eutanasie negate, riferite non solo al campo medico-scientifico ma anche a quello della politica, della biopolitica e della cultura.

Quale linguaggio può declinare e restituire valore ai tanti bà-sta! che vorremmo pronunciare? Un’esclamazione forte, quasi performativa: la sua pronuncia vorrebbe segnare la fine di qualcosa, tracciando il limite dell’opportunità o della sopportazione.

La forza dinamica di questa parola sta proprio nella sua autentica aspirazione a generare una cesura, una frattura fra presente e futuro.

 

L’anarchico non è fotogenico – 1° capitolo di Tutto è bene quel che finisce

atto unico – durata 50′

Due cow-boy, poi improbabili danzatori, o forse solo due esseri in bilico ai limiti del paradosso.
Sui margini di questo confine si pongono le due figure attraversando ciò che necessita di essere ripensato, dal rapporto con la morte a quello con la bellezza, dal senso del teatro alla sua relazione con lo spettatore (e ancora: dove si colloca oggi il teatro contemporaneo, in quale organo del corpo sociale? Nella mente o nello stomaco, in attesa di essere digerito? O tenta acrobaticamente una sintesi che appaghi l’una e l’altra istanza?)

Sfiorando il surreale per far risaltare il reale si tenta di scombinare le vecchie strutture e realizzare nuove combinazioni, in una partitura dialettico-gestuale dall’efficacia penetrante, incisiva, politica, sollecitando un intelletto disobbediente e operativo, complice un testo che passo dopo passo si oppone all’opinione comune e alle mistificazioni del buon senso.
“Una sofisticata clownerie intellettuale, un gioco verbale alle soglie dell’assurdo”.

 lanarchico non fotogenico roberto scappin e paola vannoni autoscatto1

L’ANARCHICO NON Ѐ FOTOGENICO

Guarda il video [il link resta attivo dal 1 al 31 agosto]

 

 

Roberto Scappin nato a Torino il 4 agosto 1963, dopo un decennio impegnato in produzioni tra gli altri con il Gruppo della Rocca e il Teatro degli Incamminati, mette in discussione il teatro di tradizione da cui proviene. Dopo la frattura dalla professione e dal territorio torna a dedicarsi al teatro da un’altra prospettiva, ricostruendo un percorso sulle basi di un ideale artistico chiaro e scomodo: sollecitare una riflessione sui temi che, da sempre, scatenano divisioni: amore, religione, potere.

Paola Vannoni nata a Rimini il 5 luglio 1962,fonda le sue basi artistiche prevalentemente sulla scrittura che approfondisce attraverso corsi di drammaturgia, sceneggiatura, scrittura comica.
Il passaggio al teatro avviene dall’incontro con Marco Baliani nelle “Antigoni della terra” (Bologna, 1992), a cui partecipa nel gruppo dei danzatori. Un’esperienza di teatro politico che connoterà il suo futuro percorso, mai disgiunto da una chiara consapevolezza della responsabilità dell’arte.

La compagnia

Roberto Scappin e Paola Vannoni fondano nel 2003 a Rimini quotidiana.com

La ricerca di un proprio linguaggio si intreccia al percorso di produzione dei testi
Nel 2008, con la Trilogia dell’inesistente-esercizi di condizione umana, la compagnia esprime compiutamente la propria cifra artistica.

Il Primo episodio della Trilogia, Tragedia tutta esteriore, vince il premio Stefano Casagrande – Teatri di Vita, Bologna. Completano la Trilogia Sembra ma non soffro (2010) e Grattati e vinci (2012).

I testi della Trilogia dell’inesistente sono pubbicati da L’Arboreto Edizioni, Mondaino.

Una forte motivazione politica è alla base del loro teatro, unitamente alla ricerca di un personale linguaggio che vuole riflettere lo sgomento di come siamo, affrontare le cose da un punto di vista scomodo. Gli elementi della spiritualità, dell’ironia, sono fondamentali per offrire altri registri di senso.

Nel 2019 la compagnia ha presentato alla Biennale Teatro di Venezia, nella direzione di Antonio Latella, un segmento della propria produzione (Sembra ma non soffro, L’anarchico non è fotogenico e il debutto di Il racconto delle cose mai accadute).

Tutte le produzioni:

2013 Opere di omissione – (la mafia non esiste)

2014 L’anarchico non è fotogenico – 1° capitolo di Tutto è bene quel che finisce

(coproduzione Armunia-Festival Inequilibrio) Il lavoro è stato segnalato al Premio UBU 2014 come migliore novità e nuovo progetto drammaturgico italiano da Tommaso Chimenti, Graziano Graziani, Gigi Giacobbe e da Renato Palazzi nei premi speciali “per il singolare percorso drammaturgico-interpretativo”.

2015 Io muoio e tu mangi – 2° capitolo di Tutto è bene quel che finisce

(coproduzione Armunia-Festival Inequilibrio) Il lavoro è stato segnalato al Premio UBU 2015 da Renato Palazzicome migliore novità e nuovo progetto drammaturgico italiano con la seguente motivazione: Per il personalissimo percorso di scrittura gelida e pungente – modellata sulla vacuità della loro recitazione, spinto oltre e quasi rovesciato in Io muoio e tu mangi.

2016 Lei è Gesù – 3° capitolo di Tutto è bene quel che finisce

(coproduzione Armunia-Festival Inequilibrio)

2016 Santa Pazienza – dì qualcosa di sinistro

(coproduzione Armunia-Festival Inequilibrio)

2016 sPazzi di vita – la follia non è un refuso

(coproduzione Fondazione Orizzonti d’arte, Chiusi)

2017 Monopolista
(coproduzione Kronoteatro)

2018 Episodi di assenza1_scienza vs religione
(coproduzione Armunia-Festival Inequilibrio |Kronoteatro)

2019 Il racconto delle cose mai accadute

(coproduzione Kronoteatro, Albenga)
debutto BIENNALE TEATRO, VENEZIA

2020 TABÙ–Ho fatto colazione con il latte alle ginocchia
(coproduzione Teatro della Caduta, Torino)

Laboratori

La compagnia ha condotto laboratori teatrali e di scrittura scenica presso la propria sede con utenti adulti che si sono conclusi con l’incontro pubblico in forma compiuta.

 

  • Organizzato da: IIC Melbourne